IPPOCRATE

Ippocrate
Contraria contraribus curentur
. Similia similibus curentur

martedì

Shoah, GIORNATA DELLA MEMORIA-poesia sociale

Domani è il giorno della vergogna, quello in cui milioni di esseri pensanti hanno chiuso i lorro cervelli , buttato la chiave nel cesso e dato luce alle tenebre più oscure.
 Tutte le parole dette oggi, sono inutili, non servono a tornare indietro, non possono trovare una ragione, neanche lontanamente concepibile dall'essere , umano,anche il più  più abietto per giustificare tutto il dolore e tutta la sofferenza che ebrei,zingari , omosessuali... sono stati obbligati a pagare al mondo.
Tutte le parole dette oggi sono INDISPENSABILI perchè nessuno, che si definisca Uomo si possa sognare, anche solo per un attimo , di dimenticare e di ripetere questa Vergogna.
Io sono addolorato per tutto l'odio che ancora contamina i Nostri giorni e che i nostri figli sono costretti ad ascoltare.
Le mie parole possano, Acide e liquide, intaccare le corazze di tutti, penetrare all'interno e far torcere le budella, fare voltare le teste e R I C O R D A R E

C'è un passaggio là fuori



sentiero fatto di rovi e lamiere;



figure senza nome a definire la strada,



sentinelle senza nome



che hanno forma di uomo.



Sulle spalle, pifferi metallo



fatti di sangue e pianto,



nere danze suonano



senza intervallo.



I loro occhi



specchi



in altre stanze smarriti.



L'anima fuggita



dagli involucri vuoti.



Forni ghignanti,



le bocche



evacuano stridule frequenze;



suoni vuoti di speranza,



che trafiggono l'udito di chi sente.



Note stonate,



su chi un canto intona



o solo per la voglia di suonare.



Cacofonie che bruscamente



melodie spengono



semplicemente.



Saliamo sudditi di Orrore



su rebus senza soluzione



la cui risposta è buio,



oscurità di sapone e catene.



Nessuna storia più da raccontare



senza che per sua natura diventi reale



e nel suo razionale dilani.



Nessuno il pensiero positivo;



sopravvivere vite di handicap mentali,



suoni- ricordo,



gesti- pensieri,



fetori- serpente,



il tempo al nulla ritorna.



Tiri a piccioni con ali al cuore



gli uomini- bestie,



da un lato e dall'altro



le fiere, le Lumache



Uomini gelo sorridono senzienti al Grande Ghiaccio;



attorno fuochi



che in fretta devono venire smorzati



in nicchie costruite nell'onore.



La terra è inferno.



quello che era vivo marionetta,



pupazzo che si nutre di fuochi divenuti fatui.



Ferite



squarci nella pelle, sull'anima.



Demoni in un solo corpo



chiamato Popolo eletto



fatto da membri che han scordato sogni.



Annichilite le speranze da Inferiori leggi



scritte con inchiostro di polvere e di fango.



Parlare senza avere voce



ed alla fine non avere parole.



Liberi da catene di ferro



restiamo legati a ferri senza catene



che arrugginiti



serrano l'anima