COMUNICATO STAMPA
POLEMICA TRA ESPERTI, L'EQUIPE DEL PREMIO NOBEL MONTAGNIER
PRENDE POSIZIONE SULLE RICERCHE SULLA MEMORIA DELL'ACQUA
Vitiello (Università di Salerno): "Il lavoro di Montagnier è assai serio, e apre nuove prospettive per la
scienza, lo critichi solo chi ne ha la competenza scientifica". Del Giudice (Istituto Nazionale Fisica
Nucleare): "Chi non conosce la fisica, provveda a impararla prima di criticare a vanvera". Roberti di
Sarsina (esperto Cons Sup di Sanità): “Le affermazioni di Remuzzi contro le medicine non convenzionali
sono solo sommarie generalizzazioni”
Milano, 26/07/11 - Com'era prevedibile, divampa la polemica sull'ultima ricerca del Premio Nobel per la
Medicina Luc Montagnier, che in un lungo articolo scientifico pubblicato sulla rivista "Journal of
Physics" dimostra l'esistenza di una "memoria dell'acqua biologica", in grado di mantenere traccia del
DNA batterico anche al di sotto alla soglia minima di presenza dello stesso, e quindi - sostengono gli
omotossicologi – può forse dimostrare anche la funzionalità di principi attivi farmacologici
superdiluiti. Una nuova frontiera della "low-dose medicine" che porterà alla creazione di farmaci
senza effetti collaterali, secondo un paradigma molto simile a quello dell'omeopatia, s'interrogano i medici?
Il Dott. Giuseppe Remuzzi (Istituto Mario Negri di Milano) interviene scettico sul Corriere della Sera,
criticando sia il lavoro di Montagnier che la rivista che l'ha pubblicato.
A Remuzzi risponde in tempo reale uno dei protagonisti dell'equipe di ricerca di Montagnier, Giuseppe
Vitiello, Professore di Fisica all'Università di Salerno e ricercatore dell'Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare: "La rivista che ha ospitato il lavoro fa parte della collana edita dalla divisione editoriale
dell'Istituto di Fisica della Gran Bretagna, leader mondiale nella pubblicazione scientifica in campo
fisico, con un'attività di divulgazione scientifica che risale al 1874. Questa autorevole istituzione, che
collabora con 25 organizzazioni internazionali e dispone di una rete di centri in tutto il mondo, sarà
certamente sorpresa dalle critiche avanzate dal dott. Remuzzi. Riguardo al lavoro della nostra equipe,
contrariamente a quanto sostenuto dal dott. Remuzzi è stato eccome sottoposto al vaglio della comunità
scientifica, in più occasioni e anche recentemente, in occasione di una conferenza di livello internazionale
organizzata dall'Università dell'Arizona e tenutasi a Stoccolma dal 3 al 7 maggio 2011 (1). Inoltre è
pubblicato on-line (2), chiunque ne abbia le capacità può leggerlo è confutarlo. Questa è una ricerca che
aprirà nuovi orizzonti da molti punti vista: parliamo dei fondamenti dinamici su cui poggia la
fenomenologia dei sistemi viventi. Il dott. Remuzzi critica il lavoro definendolo "vago”ma Lui è un esperto
riconosciuto in nefrologia e trapianti, non mi risulta abbia in curriculum alcuna competenza in fisica teorica
e quantistica. Il lavoro è criticabile, e ci mancherebbe ancora, ma - lo ripeto - da chi ne abbia la
competenza. E' appena utile ricordare – conclude Vitiello - che chi scoprì i Raggi X un secolo fa stava
indagando i fenomeni fisici dei materiali radiottivi, e mai più poteva immaginare la sua scoperta sarebbe
stata utilizzata in medicina, in tutti gli ospedali del mondo. E' ora di passare da una scienza a
compartimenti stagni ad un approccio realmente interdisciplinare: fisica e medicina devono integrarsi,
questa è una delle vere sfide del XXI° secolo".
Concorda con Vitiello il Prof. Emilio Del Giudice, ricercatore di fama internazionale all'Istituto
Nazionale di Fisica Nucleare, esperto sui temi della fisica delle particelle elementari e della fisica dei
sistemi biologici: "Il dott. Remuzzi dice cose non vere: l'esperimento di Montagnier, al quale ho avuto
l’onore di collaborare, non è la relazione a una conferenza, bensì è un articolo scientifico vero e proprio,
ripreso successivamente in diverse conferenze, e inoltre - anche se immagino la cosa darà assai fastidio a
chi fa della scienza un dogma - è già stato ripetuto con successo in quattro diversi laboratori, due a Parigi,
uno a Montreal (Canada) e uno a Yaoundè (Camerun). Il dott. Remuzzi dice anche banalità: ovviamente
più l'esperimento verrà ripetuto e meglio sarà per tutti, ma innanzitutto andava pubblicato, proprio per
permettere ai colleghi scienziati di valutarlo. Non è una ricerca sull'omeopatia, ci mancherebbe, tuttavia
c'è una connessione forte tra i due mondi: in questo nostro lavoro - si studia la proprietà delle soluzioni
estremamente diluite, e chi si occupa di omeopatia troverà quindi sicuramente degli elementi d'interesse.
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Il consiglio che do a chi è capace di negare l'evidenza scientifica - chiosa Del Giudice - è di studiare la
fisica: non conoscono la materia, quindi prima la imparino e poi potranno parlare".
E’ intervenuto in replica a Remuzzi anche il Dott. Paolo Roberti di Sarsina, presente nel board delle più
autorevoli riviste internazionali sulle medicine non convenzionali e recentemente confermato come esperto
del Consiglio Superiore di Sanità, che è intervenuto sulle affermazioni ostili all'omeopatia: "Circa il lavoro
di Montagnier, ho la dignità di non esprimere parere, dal momento che non è la mia materia, sottolineo solo
che si tratta di un Premio Nobel, non del primo parvenue. Nel merito di quanto afferma il dott. Remuzzi nel
suo intervento sul Corriere della Sera, sui malati di leucemia, linfoma e di malattie autoimmuni o gravi che
a Suo dire si sarebbero visti sospendere dal proprio medico specializzato in omeopatia le terapie che li
avrebbero guariti, a favore di interventi non convenzionali e omeopatici, è appena utile ricordare che tutto
ciò è falso, mai nel nostro paese un medico iscritto all'Albo è stato condannato con sentenza passata in
giudicato per pratiche avventate di questo tipo, e quindi le affermazioni del collega sono solo sommarie
generalizzazioni di chi è ostile a priori a nuovi paradigmi di salute. Forse invece di concentrarci su queste
polemiche prive di fondamento dovremmo interrogarci sul perchè un atto medico al quale si riferiscono con
fiducia milioni di pazienti in Italia e centinaia di milioni nel mondo non ha dignità di approfondimento
accademico in Università, se non in sporadici Master di specializzazione come quello di Milano Bicocca, e
batterci per un innalzamento della qualità della formazione ai medici su queste discipline, come
chiaramente richiesto anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità in occasione del
Congresso Mondiale sulla Medicina Tradizionale tenutosi a Pechino"
(1) http://www.consciousness.arizona.edu/documents/FullProgramandAbstractsTSC2011Stockholm.pdf
(2) http://iopscience.iop.org/1742-6596/306/1/012007