Il peso relativo del cervello di un neonato è maggiore ed ,altrettanto il flusso ematico al SNC che correlato ad una più alta permeabilità della BEE determina una maggiore esposizione del SNC a sostanze chimiche idrosolubili e metalli pesanti come alluminio e mercurio che tossici ad una determinata concentrazione nell'adulto lo diventano ad una concentrazione più bassa nel neonato.
Le sostanze "adiuvanti sono degli agenti (mercurio, alluminio...) senza le quali il vaccino non sarebbe in grado di indurre una risposta immunologica efficace.
Diversi studi dimostrano la correlazione tra l'alluminio presente come adiuvante nei vaccini.e l'insorgere di problemi neurodegenerativi tra i quali Parkinson, Epilessia, Autismo; nello studio si evidenzia anche l'insorgere di patologie autoimmuni correlate all'Alluminio , di miofascite macrofagica con ipotonia muscolare, sindrome da fatica cronica,lupus... anche a distanza di anni dalla vaccinazione.
In questo articolo si mette in evidenza la concentrazione di alluminio nei bambini in differenti età di sviluppo dopo vaccinazione e si approfondisce la tossicità di questo metallo pesante dal punto di vista, appunto, neurologico http://vaccinesafetycommission.org/pdfs/06-2016-JPANS-Aluminum-Unsafe.pdf .
Gli studi evidenziati nell'articolo parlano anche, in soggetti animali vaccinati di meningoencefaliti eStesse evidenze nello studio di Shaw del 2013 in cui si evidenzia la tossicità dell'alluminio nell'uomo e negli animali.
" L'alluminio viene aggiunto ai vaccini come adiuvante per indurre una risposta immunologica più efficace , ma a differenza di alluminio che si trova negli alimenti che normalmente viene, rapidamente,eliminato dal corpo, l'alluminio utilizzato nei vaccini e iniettato è stato progettato per risiedere , a lungo, a contatto con il corpo e le sue cellule . Quindi il problema dell'alluminio derivato dal vaccino è veramente duplice: induce la risposta immunitaria anche in assenza di una minaccia virale o batterica e , persistendo per più tempo senza essere eliminato, facilmente, entra in contatto col sistema nervoso.
L'origine dei sali di alluminio nei vaccini ha una curiosa e in gran parte sconosciuta storia: nella prima parte del ventesimo secolo i ricercatori dei vaccini, frustrati da bassi titoli anticorpali nei vaccini sperimentali, hanno aggiunto vari composti nella speranza di rendere i vaccini più efficaci. Nel 1926, Glenney et al. prima sperimentarono l'utilizzo di sali di alluminio come "aiutanti", da qui il termine adiuvante. L'alluminio è stato così efficace nell'aumentare titoli anticorpali che è diventato l'adiuvante primario dei vaccini in uso, una circostanza che è continuata fino ad oggi.
Purtroppo non sembra essere stato rigorosamente testato la possibilità per l'alluminio di essere nocivo a diversi organi, tra cui il sistema nervoso centrale.
Le preoccupazioni di sicurezza per l'alluminio nei vaccini sono duplici: in primo luogo, la tossicità reale dei composti di alluminio che discuteremo successivamente. Il secondo è il problema più generale del tipo di risposta immunitaria suscettibile, in particolare se l'alluminio adiuvante induce risposte autoimmuni allergiche o anormali. Tali risposte sono ora considerate da alcuni scienziati,avere un ruolo predominante nella malattia di Guillain-Barre, nella sclerosi multipla" (Shaw)http://vaccinesafetycommission.org/pdfs/14-2013-Immunol-Res-Shaw.pdf
Gli studi esposti sopra, che tra l'altro fanno riferimento ad altri studi altrettanto validi nel dimostrare l'esigenza di valutare con attenzione l'utilizzo dei vaccini in età pediatrica, rendono ancora più importante una discussione costruttiva sul loro utilizzo coercitivo . Basandosi sul principio di precauzione sono fondamentali studi che permettano di abbassare la quantità di alluminio introdotta con i vaccini passando alla mono somministrazione con tempi di somministrazione dilatati e in età in cui avviene la piena maturazione del sistema nervoso
Prima parte dell'articolo sulla esigenza di usare il principio di precauzione nell'utilizzo dei vaccini
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